Shabazz Palaces QUAZARZ: BORN ON A GANGSTER STAR + QUAZARZ VS. THE JEALOUS MACHINES
I N T R O
Avendo alle spalle quel capolavoro di "Lese Majesty" (2014) è lecito supporre che un nuovo disco non sia una scommessa facile da vincere per Shabazz Palaces. La creatura del rapper e producer Palaceer Lazaro (ovvero l'ex Digable Planets Ishmael Butler) raddoppia invece la posta in gioco con due album prodotti come parti distinte di un unico concept: le cronache di Quazarz, emissario musicale venuto dallo spazio profondo ad esplorare il nostro pianeta. Quando si affronta l'accostamento tra musica afroamericana ed un'immagine retorica come il cosmo, il nome di Sun Ra diventa tanto scontato quanto obbligatorio. Per quanto sia banale, è bene ricordare come fu lui a creare con forza visionaria e a plasmare incessantemente quest'immaginario (oggi riconosciuto come Afrofuturismo) per farne definitivamente un archetipo di riferimento.
Un modello afro-centrico quindi, nel quale ricollocare la vicenda della diaspora africana e la funzione sociale e politica di quei tipici elementi culturali provenienti dalla terra d'origine e preservati in America attraverso una paziente opera di trasmissione tra le varie generazioni che subirono il dominio schiavista. Lo spazio descritto da Shabazz Palaces presenta comunque delle curvature che rendono ancor più esplicita e netta la contrapposizione nel conflitto sociale ancora drammaticamente in corso in quelli che vengono ribattezzati da Butler (a sinistra nella foto qui a destra) come "The United States of Amurderca" (murder, omicidio), la cui brutalità e gli inganni vengono appunto sottolineati dall'alieno Quazarz.
Cronache però affatto prive di uno sguardo curioso e aperto, in grado di riconoscere anche gli aspetti più luminosi dell'esistenza terrestre e di captarne nuove possibilità di evoluzione. Per quanto riguarda il profilo strettamente musicale, gli Shabazz Palaces portano avanti una sintesi matura di hip hop, elettronica e soul incorporando galassie affini tra loro come l'electro-funk di Afrika Bambaataa, alcuni elementi stilistici propri dei Kraftwerk ed altri riconducibili ad Herbie Hancock, l'off-beat di nomi come J Dilla e Madlib, il downtempo dopato di Tricky/Nearly God e l'IDM della scuola inglese (Warp, Hyperdub) e tedesca (~Scape).
BORN ON A GANGSTER STAR
"Quazarz: Born On A Gangster Star", quello che si può considerare come il terzo album a firma Shabazz Palaces e primo capitolo della saga di Quazarz, è stato prodotto al pari dei dischi precedenti dai Knife Knights, ovvero dallo stesso Palaceer Lazaro assieme ad Erik Blood. Manca però in questo caso l'apporto del polistrumentista Tendai "Baba" Maraire (a destra nelle due foto a destra), il che marca alcune percettibili differenze stilistiche rispetto al successivo "The Jealous Machines". La struttura dei brani è minimale ma dalle soluzioni ritmiche e melodiche comunque accattivanti. Ai campionamenti vengono sovrapposte linee di synth, giri di basso e di chitarra e le voci risultano quasi sempre trattate con delay e/o melodyne.
Così nel singolo Shine a Light ascoltiamo rubacchiare e mettere in loop il fortunato intro strumentale della hit degli anni '60 I Really Love You della cantante soul Dee Dee Sharp, sul quale il chitarrista Thaddillac si diverte a ricamare accordi tematici. Non sfugge certamente il nome di Thundercat (Kendrick Lamar, Kamasi Washington, Flying Lotus, Erykah Badu) il cui tocco al basso si fa sentire nel mellifluo Since C.AY.A., altro singolo estrapolato dal disco. Tra gli altri pezzi da annoverare, ricordiamo la suadente allucinazione di Eel Dreams, il trip hop di Fine Ass Hairdresser e l'irresistibile Moon Whip Quäz che richiama piuttosto esplicitamente il tema di The Model dei Kraftwerk declinandolo però secondo un'estetica riconducibile anche ad Afrika Baambaataa.
Ascolta Quazarz: Born On A Gangster Star
QUAZARZ VS. THE JEALOUS MACHINES
"Quazarz vs. The Jealous Machines” è il secondo capitolo di questa visionaria "opera di fantascienza" e vede alla produzione Palaceer Lazaro affiancato da Sunny Levine, producer e autore attivo sia in campo musicale che cinematografico, che si riserva di misurarsi anche in un paio di featuring vocali. La presenza alla voce ed alle percussioni del ritrovato Maraire, comunque tassello importante della tribù di Shabazz, contribuisce poi alla fluidità ed organicità dell'album nel suo complesso. Un'architettura sinuosa ed intrigante, alla cui realizzazione sono stati invitati diversi altri musicisti e vocalist, disegnata tanto dal discreto utilizzo dei samples e loops che da strumenti quali sintetizzatori, chitarre, flauto e clarinetto basso.
Il paradigmatico Welcome To Quazarz ci introduce immediatamente nel contesto degli "United States of Amurderca", luogo ostile e violento dove è bene mettere subito in chiaro la propria alterità rispetto anche alle pagliacciate spacciate per rap ma perfettamente conformi ai canoni razzisti (riferimento alla trap?), stoccate che poi arrivano più a fondo in Gorgeous Sleeper Cell e nel singolo 30 Clip Extension. Riguardo ancora alla violenza cui Quazarz Palaceer Lazaro (foto a destra) assiste sul nostro pianeta, vale la pena porre l'accento su SS Quintessence nel quale viene descritta e stigmatizzata senza mezzi termini la brutalità fascista di Daesh (Isis). Self-Made Follownaire si addentra invece nell'altra tematica che caratterizza il disco, ovvero quella del rapporto uomo-macchina e delle possibilità intrinseche offerte dall'intelligenza artificiale. Anche se inizialmente la proposta di questa saga in due volumi poteva apparire eccessiva, possiamo considerare quella di Shabazz Palaces una scommessa comunque vinta. Buon viaggio.
Ascolta Quazarz vs. The Jealous Machines
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