Ruthie Foster PROMISE OF A BRAND NEW DAY
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Guardi la foto di copertina del disco di Ruthie Foster e potresti scambiarla per la sorellina di Tracy Chapman. Le due poi sono quasi coetanee ma le attinenze sembrano fermarsi qui. Fra le altre cose la Foster non ha ancora conosciuto il successo planetario toccata all'altra, interprete di canzoni come Fast Car e Talkin' 'bout a revolution. Chissà forse un giorno pure Ruthie saprà inventarsi un hit single clamoroso, glielo auguriamo di tutto cuore. Per adesso vi basti sapere che questo "Promise of a brand new day" è il suo nono album in studio in 13 anni d'attività. I suoi vertici artistici sono stati i due ottimi album, "The phenomenal Ruthie Foster" (2007) e "The truth according to Ruthie Foster" (2009) entrambi usciti per la Blue Corn. Quest'ultimo disco non sfigura affatto al confronto, in virtù anche della splendida voce da vera soul singer della 50enne texana che fa risaltare al meglio le 12 songs qui contenute. La metà di queste le ha scritte di proprio pugno, le altre sono covers molto ben scelte, perfettamente adeguate alla sua personalità di matura interprete.
Le tre songs che aprono il disco, tutte firmate dalla Foster, sono molto incoraggianti, Singing the blues e My linda lover che rimandano alle cose migliori della compianta Amy Winehouse ed il blues tradizionale di Let me know indirizzano nel verso giusto l'intero disco. Per le covers vanno citate almeno Believe, puro Memphis sound, sulla scia della divina Aretha Franklin e The Ghetto, ovvero una grande interpretazione di un pezzo delle Staple Singers. Ma come tralasciare un inno sixties style come Second Coming, sorta di via di mezzo fra la
Respect di Otis Redding e la storica Motherless child (Freedom) di Richie Havens. C'è spazio anche per un paio di lenti da far innamorare, Learning to fly e la splendida Complicated love, due ottime dimostrazioni della versalità vocale della Foster. Che dire? Una così meriterebbe un'attenzione maggiore, peccato che sia qualcuno solo nella sua terra d'origine. In Europa dopo la caduta di Amy Winehouse sembra esserci spazio solo per giovani stelline bianche del new soul, Adele, Dido, Duffy e compagnia bella. Ma poco importa in fondo, come da titolo dell'album, la promessa di un nuovo giorno di gloria forse alla fine diventerà realtà.
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